domenica 16 settembre 2012

Le parole che non ti ho detto, perché erano sbagliate. (1)

Questa è la prima puntata di una rubrica: "le parole che non ti ho detto, perché erano sbagliate", il titolo. Annotazioni e appunti linguistici, frasi dette o sentite, insieme ad aneddoti e storie. E qualche piccola notazione sull'uso (corretto). 
Perché a me i futuristi piacciono e anche le parole in libertà, ma senza esagerare.
Buona lettura.



Primo giorno di laboratorio di italiano scritto, tre anni fa. Compito: scrivere qualcosa su noi stessi, sulla nostra famiglia, università, città; insomma, il solito compito da “primo giorno di”. Dal fondo della sala, una chiesa sconsacrata, si vedeva il profilo lungo di una donna in stivali e scialle. Non usava il microfono ma nessuno si lamentava: aveva una voce lunga e potente. “Vi prego, ragazzi: non scrivete che avete dei genitori lascivi. Non mi interessa, ok?”. La professoressa ride; si accoda qualcuno, molti tacciono. “Avreste dovuto ridere tutti”, dice.

Perché i genitori sono permissivi, se siete fortunati, e un medico che fa il vago, previdente (incompetente), poco scrupoloso.


Lascivo: si dice di qualcuno che è incline a una sessualità licenziosa e dissoluta; di atteggiamento, comportamento e simili che rivela lascivia, propensione alla dissolutezza, alla licenziosità.  

(Definizione dal De Mauro, Dizionario della lingua italiana, Milano, Paravia, 2000).  


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